Calabria. Bellissimi e suggestivi castelli medievali sul mare. Info e foto

Castello Aragonese di Le Castella, Isola Capo Rizzuto KR. Foto di Salvatore Vatrano. 

Uno dei castelli più affascinanti d'Italia, grazie anche alla sua particolare ubicazione che lo vede trionfare su un isolotto legato alla costa solo da una sottile lingua di terra. La fortezza edificata nel XV sec. non ospitò mai la nobiltà del luogo, ma servì da ricovero per soldati impegnati contro gli attacchi degli invasori provenienti dal mare. L'attuale roccaforte poggia su fondamenta risalenti al periodo Magno-Greco (400 a.c.), utilizzata nel tempo anche dai romani fu il rifugio di Annibale, in ritirata. Ancora oggi è possibile notare le diverse fasi edilizie sovrapposte le une alle altre in epoche diverse, normanni, svevi, bizantini, angioini e aragonesi che elevarono sui muraglioni greci possenti difese castellane modellate secondo i tempi. La fortezza continuamente attaccata dai Turchi, rimase popolata fino agli inizi dell'800, anno in cui la popolazione si trasferì sulla terra ferma dando vita ad un piccolo borgo di marinai, oggi l'attuale centro turistico.La Fortezza Aragonese, quasi interamente restaurata, è caratterizzata da alcune stanze (la sala video, la sala foto e la "Sala Phrurion"); un borgo antico con i resti di una piccola chiesetta e una cappella; i bastioni panoramici; la torre, risalente al XIII sec., punto più alto della fortezza. Fonte: https://www.prolocolecastella.it/ Clicca per altre informazioni




Castello di Roseto Capo Spulico CS. Foto di di Nicodemo Misiti Fotografia

Il Castello di Roseto Capo Spulico, saldamente arroccato sulla scogliera, risale al X secolo. Come ricorda San Vitale da Castronuovo: è sulla "Petrae Roseti" che il Santo avrebbe fondato un monastero. Sui ruderi dell'edificio sacro è sorto il "Castrum Petrae Roseti" nel secolo XI ad opera dei Normanni. A quel tempo il castello segnava il confine tra i possedimenti di Roberto il Guiscardo ed il fratello Ruggero II (1105-1154), padre di Costanza d'Altavilla, erede del Regno di Sicilia e madre di Federico II Hoheustaufen (1194-1250).Nel XIII secolo (1229), già Tempio dell'Ordine, fu requisito da Federico II ai Cavalieri Templari, per ritorsione al loro tradimento, durante la VI crociata in Terra Santa (1228). Fu restaurato e riadattato a fortilizio militare; infatti dai Registri angioini si conosce l'entità della guarnigione assegnata alla fortezza che nel 1275 è composta dal castellano, uno scudiero e da dodici guardie. Lo stesso Federico, a cui il Castello stava molto a cuore, nel proprio testamento, per come riportato nel "Da Monumenta Germaniae Historia, Legu, Sectio IV: Tomus II, n. 274" assegnò il territorio di Porta Roseti al figlio naturale Manfredi mentre tutti i castelli e soprattutto il "templare Petrae Roseti" ai figli legittimi i quali saranno anche Re di Gerusalemme". Oggi, dopo accurate opere di restauro da parte della società proprietaria, risplende come classico esempio di architettura federiciana di derivazione templare. L'ampio cortile cinto da mura merlate è chiuso da un arco che porta stemmi alchemico-templari come la "Rosa", e i "Gigli" che fanno del "Castrum Petrae Roseti" un Tempio dell'Ordine. Fonte: http://www.castellofedericiano.it/2013-11-03-21-32-58/la-storia.html Clicca per info







Castello Murat di Pizzo Calabro VV. Foto di Salvatore Vatrano

Castello della seconda metà del XV secolo in cui, nel 1815, fu imprigionato e condannato a morte per fucilazione il Re di Napoli Gioacchino Murat. L’edificazione del Castello Murat avvenne in due periodi storici diversi. La prima parte di esso era costituita dalla sola torre più grande detta Torre Mastia o di avvistamento. La sua costruzione rientrava nel sistema difensivo attuato dagli angioini per la difesa dei centri abitati costieri dalle incursioni saracene e risale alla fine del 1300.
Proseguito cento anni dopo da Ferdinando I D’Aragona, esso rientrava in quel processo di fortificazione delle coste dell’Italia meridionale il cui scopo era quello di contenere le scorrerie saracene che infestavano i mari del Sud. Fonte: https://www.castellomurat.it/storia-e-architettura/  Clicca per altre info

Castello Ruffo di Scilla RC. Foto di Salvatore Vatrano

Il Castello Ruffo si trova a Scilla su di un promontorio a picco sul mare in posizione dominante sullo di Messina. 
Le sue origini sono molto antiche, infatti si ritiene fosse stato costruito in epoca magnogreca da Anassilao, tiranno di Reggio, per contrastare le incursioni piratesche provenienti dal Tirreno. Il castello, qunque, assunse il ruolo di avanposto difensivo della città di Reggio.
La sovranità reggina sulla fortificazione fu interrotta solamente da Dionisio, tiranno di Siracusa, che per cinquant'anni riuscì ad espugnare il castello alla città di Reggio, che lo riconquistò grazie a Timoleonte di Corinto.
Anche in epoca romana la fortezza fu protagonista della difesa della città di Reggio. Nel III sec. a.c. infatti la fortificazione ostacolò la rappresaglia Bruzia, difendendo la città di Reggio ed i suoi abitanti.
Nel medioevo il castello divenne prima roccaforte bizantina per poi divenire presidio militare di Roberto il Guiscardo. Successive modifiche avvennerò sia in epoca normanna che angioina.
Nel 1533 il castello venne acquistato dai Ruffo che ne fecero una dimora nobiliare.
L’insediamento più consistente, e certamente oggi riconoscibile, è quello basiliano che il Minasi riferisce localizzato nel lato del castello che guarda a sud-est.
Il complesso è a pianta irregolare con corpi di fabbrica di varie epoche. Da un portale di pietra con arco a sesto acuto sormontato dallo stemma nobiliare si accede, attraverso un androne con volta ribassata, ad un cortile con scalone esterno che porta all’ingresso della residenza baronale. Nella zona sud un corpo di fabbrica con sei vani coperti con volta a botte oggi rappresenta il piano terra dell’antico castello. L’edificio ha la configurazione del forte e poggia sulla roccia. Nella zona centrale si articolano due edifici di recente costruzione adibiti a residenza dei guardiani del faro. La gradinata esterna poggia su volte a botte e su due vani coperti da volte a crociera. Nella zona nord-est dopo degli interventi della Soprintendenza per i Beni Architettonici Paesaggistici e Ambientali della Calabria sono stati ritrovati una galleria di difesa, le cisterne, le fondazioni dell’antica residenza baronale e della cappella. Dal punto di vista costruttivo il manufatto subì numerose trasformazioni per cui sono riscontrabili murature in pietrame sbozzato e mattoni, murature di mattoni, pietre squadrate per archi ed elementi decorativi, volte in pietrame all’interno.
Purtroppo il castello non passò incolume gli avvenimenti calamitosi che colpirono la città di Scilla prima nel 1783, poi nel 1908.
Dopo essere stato adibito ad ostello della gioventù oggi il castello è un centro culturale. Fonte: 
http://atlante.beniculturalicalabria.it/schede.php?id=122

Castello di Roccella Jonica. Foto di Mara Rèel




Il Castello è situato su un promontorio roccioso a 104 m.s.l.m. e sovrasta l’intero paese. Fondato in periodo normanno da Gualtieri De Collepietro, successivamente la proprietà passò alla famiglia Ruffo per diverse generazioni, poi a Galeotto Baldaxi (il Baldassino o Bardassino delle cronache), un personaggio noto per le sue imprese militari durante la guerra di re Alfonso. In seguito, al marchese di Crotone Antonio Centelles e, infine dal 1479 al 1806, alla nobile famiglia Carafa della Spina, dalla quale è stato in parte rimaneggiato e restaurato. Questo edificio monumentale, potente nella sua struttura, costituì un’inespugnabile baluardo, resistendo agli assalti del corsaro turco Dragut Pascià, nel 1553. Numerosi sono i ruderi del nobile palazzo, conservante un magnifico portale litico, sormontato dallo stemma, in pietra calcarea ed eroso dal tempo, dei principi Carafa della Spina. Superato il portale d’ingresso (un tempo ponte levatoio) l’attenzione è attratta da un balcone monumentale con mensole scolpite e figurate (mascheroni). Il palazzo è arricchito al suo interno da un cortiletto, in selciato, con otto canali a forma di stella. Dal cortile si accede, tramite la scala principale, ai piani superiori, dove c’erano gli appartamenti privati dei principi, mentre a pianterreno si accede ai locali destinati a vari usi (cucine, magazzini, ecc). All’interno del cortile si può vedere un pozzo incassato nella parete e, lungo la stessa, la porticina d’ingresso all’elegante scala a chiocciola, in pietra calcarea. Attigua all’edificio è la Chiesa Matrice di S. Nicola di Bari, in stile jonico barocco. La chiesa aveva un piccolo soccorpo, chiamato catacombe e pregevoli altari in marmo policromo, posti tutt’ora nella nuova chiesa Matrice, due dei quali sono stati dichiarati monumenti nazionali. La chiesa è contigua al palazzo dei Principi Carafa, e la nobile famiglia attraverso un coretto, oggi distrutto, accedeva direttamente all’interno dell’edificio sacro. Nel campanile della chiesa era installato un orologio che rintoccava le ore sulla campana, la cui impronta circolare è ancora visibile.Fonte:http://www.castelloroccella.it/sample-page/ Clicca per altre info



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