Calabria dimenticata e sconosciuta. Complesso e castello dell'Abatemarco. Santa Maria Del Cedro CS

Castello e complesso dell'Abatemarco, Santa Maria del Cedro CS. Foto di Salvatore Vatrano

In uno scenario suggestivo, tra la pianura che corre lungo la fascia costiera dell'alto tirreno cosentino e le verdi colline, si possono ammirare le rovine di un vero e proprio borgo, arroccato su un rilievo roccioso, delimitato a sud dal fiume Abatemarco. Qui, inaspettatamente, percorrendo la vecchia SS18, ci appare il complesso denominato dell'Abatemarco o di San Michele. Pur essendo citato nelle fonti storiche che rappresentano la vita socio-politico-economica di questo territorio, ancora oggi non si ha una visione chiara sulla nascita ed evoluzione del piccolo nucleo abitativo.





 Il Complesso presenta sulla parte più alta del rilievo il Castello che si sviluppa sul versante sud, dove vertiginosamente cade a strapiombo sul fiume Abatemarco; invece sul lato nord-ovest del rilievo, in un'area meno acclive, troviamo la chiesa dedicata a San Michele, di probabile origini basiliane e le tracce di preesistenze abitative. Nessun documento testimonia la costruzione del castello, infatti si può solo ipotizzare, osservando le linee architettoniche, che sia di origine normanna. I resti ancora visibili ci danno l'impressione di una costruzione con sviluppo planimetrico a forma rettangolare con un'unica torre cilindrica, che sovrasta la porta d'accesso alla fortezza, probabilmente presentava un ponte levatoio.

Castello e complesso dell'Abatemarco, Santa Maria del Cedro CS. Foto di Salvatore Vatrano


La struttura del castello è formata da un lungo muraglione dove si attesta la torre cilindrica ed un torrione di minore dimensione di forma quadrangolare. Al disotto del castello, in un'area che volge verso nord, è ubicata la chiesa di San Michele. Essa è costituita da un'unica navata delimitata ad est da un'abside semicircolare. Sulla parete sud, si aprono due cappelle di forma quadrangolare con finestre a feritoie. Dall'analisi stratigrafica, condotta da una campagna di scavi archeologici, sono state identificate due fasi costruttive.
 Il primo impianto si presentava con uno sviluppo planimetrico meno esteso, con l'ingresso posto sul lato nord-est. La navata era illuminata da una serie di monofore, delle quali oggi ne rimane visibile solo una. In un secondo momento la chiesa venne sopraelevata ed ampliata. A questa fase sono ascrivibili le quattro monofore visibili sul prospetto nord-est e l'ingresso principale caratterizzato da una rampa d'accesso ed il sovrastante campanile posto sul lato ovest. Al suo interno la chiesa era interamente dipinta, lo testimoniano i due affreschi che agli inizi degli anni '80, vennero staccati per evitare il loro deperimento; oggi risiedono all'interno della sede municipale di Santa Maria del Cedro. Intorno alla chiesa, disposte in base all'andamento del terreno, troviamo una serie di abitazioni che gli archeologi, in base agli studi condotti sulle murature, hanno identificato in diverse fasi costruttive.





Per capire meglio la nascita e lo sviluppo del complesso dell'Abatemarco si riporta in maniera integrale parte di uno studio condotto a seguito di una campagna di scavi archeologici (relazione storica "Recupero del Complesso monumentale Castello di San Michele" pag. 22). "La ricerca storica, coadiuvata da alcune analisi eseguite sui resti archeologici, conferma che il sito è abitato da tempi remoti e che lo sviluppo edilizio è avvenuto in seguito a quattro fasi principali. 1) La prima fase si riferisce ad un insediamento bizantino, forse un piccolo villaggio (choria) nel quale erano già comprese la primitiva chiesa e una serie di silos granari tagliati direttamente nella roccia.
Castello e complesso dell'Abatemarco, Santa Maria del Cedro CS. Foto di Salvatore Vatrano

Questo insediamento forse era legato allo sfruttamento delle risorse agricole di un'area assai propizia a tale attività. 2) La seconda fase vede l'insediamento di monaci benedettini che danno un rinnovato impulso al piccolo agglomerato, promovendo il riadattamento della chiesa aumentandone l'altezza e lo sviluppo di un vero e proprio borgo a mezza costa. 3) La terza fase si riferisce al periodo normanno che munisce il sito di importanti opere difensive come il torrione quadrangolare tutt'ora visibile sul lato sud del castello e che doveva far parte di una cinta muraria. Possiamo affermare che , dal punto di visita architettonico, si assiste alla nascita di un complesso fortificato probabilmente circondato da più cinte murarie come lasciano ipotizzare i numerosi resti affioranti dalla roccia. Questa fase è la più importante, in quanto si definisce la morfologica e la tipologica di tutto il complesso di San Michele, tutto ciò che avverrà dopo non potrà essere che modifiche e riadattamenti di una struttura predeterminata nelle sue caratteristiche principali. 4) La quarta fase, riguarda l'insediamento di una nobiltà feudale, che vede la trasformazione di una parte del castello in residenza, la sistemazione di alcuni tratti della cinta muraria, e l'intensificarsi del borgo".
 Fonte: atlante.beniculturalicalabria





Castello e complesso dell'Abatemarco, Santa Maria del Cedro CS. Foto di Salvatore Vatrano



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