Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella saluta il fondatore di Libera, Don Ciotti, e il sindaco di Locri Giovanni Calabrese |
Locri-È stato accolto da lunghi applausi il presidente della Repubblica, giunto allo stadio comunale di Locri (RC) per partecipare alla XXII Giornata della memoria e dell'impegno ce viene organizzata ogni anno dall'associazione Libera per ricordare le vittime innocenti delle mafie. La lettura dei 950 nomi delle vittime innocenti è stata più volte interrotta da applausi.
L'iniziativa si svolge in contemporanea in quattromila luoghi in tutta Italia. "Le mafie si possono sconfiggere con l'impegno di tutti e di ciascuno", ha detto il vescovo di Locri, Francesco Oliva, nel corso della visita del presidente della Repubblica. "Le siamo vicini", ha aggiunto il vescovo, "per la perdita di suo fratello Piersanti Mattarella, vittima anch'egli dell'arroganza criminale". "Noi diciamo no alla 'ndrangheta, che è una delle cause delle crisi sociali del nostro tempo. Questa terra guarda avanti", per lasciarsi alle spalle "un passato triste, di ingiustizie e di faide che hanno seminato morte e disperazione. Non più morti e sangue innocente". Il vescovo di Locri ha chiesto "la presenza dello Stato e delle istituzioni, questa terra attende attenzioni".
Anche il Papa ha voluto essere presente inviando un messaggio: "incoraggia la comunità cristiana e civile ad impegnarsi sempre più nella costruzione di una società giusta, libera dai condizionamenti malavitosi e pacifica dove siano tutelati dagli organi competenti le persone oneste e il bene comune".
Il messaggio è stato letto da mons. Nunzio Galantino. "Il Santo Padre - ha riferito mons. Galantino leggendo il messaggio - invia il suo cordiale saluto e l’espressione della sua spirituale vicinanza a quanti sono convenuti a Locri in occasione della Giornata in memoria delle vittime innocenti delle mafie, per ricordare coloro che hanno perso la vita e manifestare sentimenti di condivisione con i loro familiari.
Sua Santità auspica che l'incontro aiuti a riflettere sulle cause delle numerose violazioni del diritto e della legalità, che in non pochi casi sfociano in episodi di violenza e fatti delittuosi".
Mons. Galantino, sempre a nome del Papa, ha poi aggiunto “Il vostro lutto, il vostro dolore e la vostra sofferenza non possono e non devono restare chiusi nella vostra casa e nella cerchia dei vostri parenti e conoscenti. Il vostro lutto, il vostro dolore, la vostra sofferenza, portati con grande dignità in pubblico, devono provocare rimprovero, vergogna e condanna per coloro che questi lutti lo hanno provocato per realizzare i propri piani di sopraffazione malavitosa. Non siete voi a dover rimanere chiusi nel vostro dolore, devono essere loro a nascondersi e vergognarsi.
Richiamo alla responsabilità per quanti amministrano a diversi livelli la cosa pubblica- incontrando queste persone- devono sentire forte il bisogno di prendere con chiarezza le distanze dal malaffare, devono avvertire forte lo schifo del compromesso e della vicinanza di chi vi ha privato di un affetto"
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