giovedì 24 maggio 2018

Il Santuario mariano della Madonna della Grotta in Bombile di Ardore. Un ricordo struggente




 Il santuario della Madonna della Grotta di Bombile o semplicemente santuario della Madonna della Grotta è un santuario cattolico mariano scavato nel tufo nella frazione Bombile di Ardore del XV secolo. Il Santuario era incastonato in una impervia parete rocciosa ed era raggiungibile solo mediante una scalinata alta 28 metri scavata nella pietra, formata da 141 gradini, che i devoti percorrevano in ginocchio. Il 28 maggio 2004 un costone della montagna staccatosi, intorno alle ore 12.30, ha completamente distrutto il Santuario. Come per un miracolo, si è salvata la statua della Madonna  e tutte le persone che fino a pochi istanti prima sostavano all'interno del Santuario e nel piazzale antistante. Rimangono queste immagini ed il rammarico (e forse anche il rimorso) per un pezzo della nostra storia che scompare.
Vi proponiamo questo interessantissimo testo tratto dalla: Monografia del Santuario di Nostra Signora della Grotta presso Bombile di Calabria Ulteriore Prima - V. De Cristo - 1896 - Tip. dell' Unione Coop. Editrice


Meravigliosamente intagliato in alpestre roccia, il Santuario della Madonna della Grotta sorge sul fianco, diritto d' un Vallone che si profonda e dilunga da grecale a garbino, poco distante a mezzodì del villaggetto di Bombile, a veggente di Ardore nella diocesi di Gerace. Quel luogo, a causa del Santuario che vi sorge, vien chiamato da' naturali Vallone della Grotta. Ai tempi remoti della Magna Grecia, furon questi luoghi floridi e famosi per essere stati sotto il dominio di Locri; ma oggi, negletti ed oscuri, somigliano a quelli dell' Oriente, dove sursero illustri metropoli, ed in cui ebbero culla e si svolsero civiltà, magnificenza e grandezza.

Bombile, nome derivato dal basso latino bovile, è un villaggio di presso a 600 abitanti. È fabbricato sovra il piano d' un rialzo ben alto e lungo, formante una collina orofluviale, lambita a tramontana dal fiumicello di Condojanni, ed a sud dal secco Vallone della Grotta Pare che Bombile abbia origine remota ma oscura. Forse derivò anch' esso dalla distruzione di un' antica città che i Greci chiamarono Orra-Locron, ed i Romani Uria, fondata, come vuolsi, da Idomeneo re di Creta, nelle campagne ove oggidì sorgono Condojanni e Bombile. Gabriello Barrio (il Pausania delle Calabrie), Marafioti e Fiore non ricordano di Bombile che il nome solo, ed il primo chiamandolo Bombilium. Bombile, nome derivato dal basso latino bovile, è un villaggio di presso a 600 abitanti. È fabbricato sovra il piano d' un rialzo ben alto e lungo, formante una collina orofluviale, lambita a tramontana dal fiumicello di Condojanni, ed a sud dal secco Vallone della Grotta Pare che Bombile abbia origine remota ma oscura. Forse derivò anch' esso dalla distruzione di un' antica città che i Greci chiamarono Orra-Locron, ed i Romani Uria, fondata, come vuolsi, da Idomeneo re di Creta, nelle campagne ove oggidì sorgono Condojanni e Bombile. Gabriello Barrio (il Pausania delle Calabrie), Marafioti e Fiore non ricordano di Bombile che il nome solo, ed il primo chiamandolo Bombilium. Non avrebbe questo villaggio altra prerogativa ad essere presso di noi rinomato, se non possedesse nel suo agro il Santuario della Grotta; dappoiché, quantunque sia ordinato, pulito, discretamente comodo, tali ed altre sue comunissime doti non basterebbero a renderlo, nella stima dei regionali, più civile e più chiaro della maggior parte dei piccoli paesi di Calabria.


II culto di Nostra Signora della Grotta, nella provincia di Reggio, per quanto ci è risultato dalle ricerche da noi finora praticate, risale al secolo decimoquinto. I pochi autori di monografie locali più o meno estese, gli scrittori ecclesiastici e gli storici generali del passato Reame di Napoli, tacciono quasi tutti sul nostro argomento; meno di Ottaviano Pasqua e del suo continuatore ed annotatore Giuseppe Antonio Parlà; i quali nella loro opera Vitae Episcoporum hieraciensium, ne lasciarono un rapido cenno. In tanta penuria di notizie danno qualche lume alcune date ed iscrizioni che leggonsi in vari punti del Santuario, la tradizione ed un canto dialettale antico che sentesi ripetere dal popolo.

La più antica di tali date è nella breve iscrizione che leggesi scolpita attorno alla baretta della statua della Vergine, cioè: " S. M. DELLA GRUCTA MCCCCCVIII ". Per cui, da questo anno, 1508, potrebbesi argomentare che il simulacro della Vergine sia stato sculto nel tempo da esso indicato. Ora, perché in tale tempo si vide la necessità di adornare la chiesa colla statua della Vergine, la induzione ci trarrebbe ad opinare che il culto di Lei doveva risalire ai secoli, o almeno al secolo precedente, cioè nel 1400. E qui sorge la necessaria domanda: Come ebbe origine il culto della Vergine della Grotta fra noi ? Su questo argomento, come abbiamo cennato, vi è la sola costante tradizione popolare che così ci narra l' avvenimento: Un ricco mercadante, uso a navigare per lontani mari, una volta fu sorpreso da terribile tempesta ed era sul punto di perdersi con tutto il suo piccolo equipaggio. Esaurito ogni sforzo per reggere il legno contro i marosi che da ogn' intorno lo combattevano, egli, come pieno di fede che era, genuflesso sulla tolda della stanca nave, tutto compreso da fervore, volge l' ultima preghiera al cielo, e fa voto alla Stella del mare alla Vergine estremo refugio dei cristiani, perché lo salvasse dallo imminente pericolo, ed in eterno ricordo di tanta grazia Le avrebbe fatto scolpire un condegno simulacro di marmo.

Come per incanto, immantinenti la tempesta si placa; il mare furente si calma, il cielo si rasserena, l'astro maggiore squarcia le nubi, che si dileguano, ed apparisce sfolgorante nei suoi torrenti di luce. Il piccolo equipaggio nel conforto del pianto riconosce un miracolo, e dal profondo del cuore ne rende grazie alla Vergine consolatrice degli afflitti. La nave, spinta da prospero vento, approda salva a' suoi lidi. Immediatamente il mercadante riparti per recarsi dal più abile scultore di quei tempi; gli ordinò la votiva statua e stabilì secolui il tempo in cui doveva averla consegnata. Aveva lo statuario appena abbozzato il suo lavoro, quando, assalito da grave infermità, mal suo grado dovette lasciarlo, senza che per più mesi potesse darvi su anco un solo colpo di scalpello.