Di CHIARA SPAGNOLO, Che ringraziamo per il bel articolo e per averci gentilmente concesso di condividerlo.
Il borgo di Rocca Imperiale. Foto di Antonio Favoino |
Da zero a duemila metri in poco più di un'ora. Dal blu dello Ionio al verde del Pollino, dal mare alla montagna, dalla spiaggia morbida alle rocce taglienti. L'Alto Ionio Cosentino è una delle zone meno conosciute della Calabria, terra vergine per i turisti, specie gli stranieri che la scoprono per caso, nei tour dalla Puglia al la Sicilia. La vicinanza di Matera - Capitale europea della cultura 2019 - diventa occasione di viaggio ma l'itinerario calabrese non può essere mordi e fuggi. Perché le distanze tra i paesi sono lunghe, le strade in salita, i tesori a volte nascosti.
Per chi arriva da sud, magari atterrando all'aeroporto di Lamezia, la prima tappa è Altomonte, con la chiesa della Consolazione e il castello normanno sulla Valle dell'Esaro. Il fungo qui è il prodotto più pregiato, mentre nella Piana di Castrovillari sono i vigneti a farla da padroni. Nella Tenuta Ferrocinto, intorno alla masseria fortificata dei baroni Salituro, si coltivano le uve Montonico e Magliocco. Tappa a Morano, dove la la famiglia Barletta produce pecorino, felciata o gruttazza nell'azienda Dolci pascoli. Poi costa ionica, partendo da Corigliano e dal castello di Roberto il Guiscardo, che da lontano domina il porto e la frazione marina di Schiavonea, dove ad agosto la Madonna viene portata in processione sulle barche.
Il borgo di Morano Calabro. Foto di Salvatore Vatrano |
Il ponte del diavolo e le gole del Raganello a Civita |
Nella piana del Crati, bonificata dalla paludi si coltivano agrumi ma anche riso che trova una delle sue migliori espressioni nell'azienda Masseria Fornara dei fratelli Perciaccante ( contrada Garda Cassano allo Jonio). Sempre a Cassano vale la visita alle Grotte di Sant'Angelo abitate fin dal Neolitico, poi al sito archeologico di Francavilla Marittima, dove fu sepolto Epeo il falegname che costruì il cavallo di Troia. All'agriturismo I Gelsi le sorelle Lucia e Stella Pistocchi portano in tavola zuppe di legumi e salumi, formaggi di pecora, ortaggi e carni di maiale e delle vacche podoliche.
Il mare di Trebisacce. Bandiera Blu 2019.Foto di fede86nap |
Il castello di Roseto Capo Spulico. Foto di Teresina Sabatino |
Castello Ducale di Corigliano Calabro |
Coltivazioni d'eccellenza della sibaritide |
Tornando sulla costa, la tappa è al castello federiciano di Roseto Capo Spulico, nel quale si può provare l'emozione di cenare nelle antiche sale o soggiornare nella suite imperiale situata nella torre templare. Le colline sovrastanti sono disseminate di ciliegeti e poi uliveti che conducono a Oriolo, dove nell'azienda Santa Marina Luigi Adinolfi ha rispolverato un'antica ricetta contadina per produrre l'Ulivar, liquore artigianale diventato un must anche all'estero, ricercato per cocktail e per ricette gourmet. Il paese è una specie di presepe arroccato intorno al castello, così come Rocca Imperiale, che oltre al castello federiciano ospita anche un originale museo delle cere. Il suo hinterland è disseminato di limoneti, che fioriscono quattro volte l'anno e forniscono materia prima per distillati e marmellate.
Ultima tappa Montegiordano, il paese dei murales, dove Franco Lateana ha dipinto sui muri grigi i volti della sue gente, le schiene curve, i lavori, le partenze, gli amori, accompagnandoli con i temi sgrammaticati dei bambini e le lettere piene di speranza dei soldati. Quelle testimonianze si trovano in tutto il borgo, laddove in agosto tornano gli emigranti e l'odore della stigliola (interiora di capretto) riempie le vie. Per chi vuole mangiare buon pesce gli indirizzi sono due: Mediterraneo (corso della Vittoria) e Il Trullo (lungomare Liguori), entrambi a conduzione familiare.